Una percentuale compresa tra il 4 e il 20% di tutti gli incidenti che accadono sui luoghi di lavoro, 940.000 ogni anno secondo le denunce presentate all'INAIL, risulta alcol correlata. Ciò significa che dei 940.000 infortuni segnalati, 37.000 - 88.000 trovano la loro causa nell'uso e abuso di alcol. Il 51% del totale degli infortuni avviene con modalità del tipo "ha urtato contro…", "ha messo un piede in fallo…", "è caduto dall'alto…", mentre l'11% è rappresentato da incidenti stradali.
I problemi creati dal consumo di sostanze alcoliche sono spesso sottovalutati, ma grave è il quadro legato ai costi, umani, sociali ed economici che ne derivano. A questo si aggiunga che l'uso di alcool causa una spesa sociale considerevole che deriva dalla perdita della produttività lavorativa, dall'aumento dei costi sanitari e giudiziari; il peso economico è stato stimato in circa il 5-6% del prodotto interno lordo (PIL).
La Carta Europea sull’alcol e il Piano d’Azione Europeo 2000-2005 indicano la necessità di promuovere, per il benessere della comunità, ambienti pubblici, privati e di lavoro che siano liberi da incidenti, violenze e altre conseguenze negative legate al consumo di alcolici.
La legge 125/2001, legge quadro in materia di alcol e di problemi alcol correlati, prevede il divieto di somministrazione di bevande alcoliche per le attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro oltre ad attività di informazione ed educazione sulle conseguenze negative derivanti dal consumo di bevande alcoliche. I luoghi di lavoro, dove la maggioranza della popolazione in età lavorativa svolge la propria attività professionale e vive una parte significativa della propria vita, rappresentano un contesto ideale e utile per l’articolazione e la realizzazione di progetti e iniziative di prevenzione e di promozione della salute. I medici dello studio sostengono all'interno degli ambienti di lavoro politiche di prevenzione rispetto a tale problematica.